“un comportamento può essere compreso solo all’interno del contesto di riferimento, perciò ciò che può apparire “folle” non è necessariamente il prodotto di una mente malata ma può essere l’unico comportamento possibile difronte ad una situazione ingestibile o assurda”

Il modello breve strategico è ad oggi considerato la “best practice” per il trattamento di disturbi ossessivi e compulsivi: vede l’ 89% dei casi risolti con una media di sole 7 sedute. Il disturbo ossessivo compulsivo si caratterizza per la presenza di rituali che possono essere mentali o di azione che il soggetto E’ COSTRETTO ad eseguire. Per la necessità/illusione di tenere sotto controllo la propria ANSIA la persona è spinta ad irrigidirsi in una serie di schemi che in principio rassicurano per poi diventare una vera e propria trappola che alimenta il problema.

L’Approccio Breve Strategico si avvale di tecniche terapeutiche che permettono rapidi sblocchi sintomatologici nei casi dei Disturbi d’Ansia con presenza di Ossessioni. Le tecniche, basate sull’utilizzo di prescrizioni paradossali, controrituali terapeutici e una peculiare modalità di conduzione del colloquio, permettono al contempo di discriminare fra le varie tipologie di disturbo e di portare quest’ultimo al collasso su di sè. In seguito l’intervento clinico si focalizza sul consolidamento dei risultati ottenuti e sul ripristinare un sano equilibrio di vita nelle relazioni con sè stessi, con gli altri e con il mondo.

Seguono alcune delle varianti più frequenti:

-lavaggio compulsivo delle mani: tendenza a sedare una paura o un’ansia attraverso un rituale di pulizia che dapprima rassicura ma al tempo stesso alimenta una credenza e divienne obbligatori

-compulsione alla numerazione: tendenza a numerare in vari aspetti della vita quotidiana

-compulsione alla pulizia ed igenizzazione: tendenza a sedare una paura o un’ansia attraverso un rituale di pulizia che dapprima rassicura ma al tempo stesso alimenta una credenza e divienne obbligatorio

tricotillomania o escoriazioni: comportamenti autolesivi che consistono nello strapparsi capelli o ad esempio strapparsi “pellicine” o unghie. La compulsione non si basa sulla paura bensì sul piacere che diventa insostituibile

-dismorfofobia: continua e costante preoccupazione per la presenza (o presunta presenza) di un difetto estetico che compromette il benessere della persona in tutte le sfere della propria vita a partire dal rapporto con se stessa sino ai rapporti interpersonali, lavorativi e sociali. Spesso si ricorre ad interventi chirurgici estetici i quali però, invece di risolvere il problema, alimentano ossessioni su altre parti del corpo creando una dinamica patologica che si autoalimenta