Aspettare la motivazione significa non iniziare mai.

Il messaggio culturale al quale siamo spesso sottoposti è volere=potere. Ma chi volesse basarsi solo su questa logica razionale si scontrerebbe presto con tutta una serie di resistenze che con molta probabilità distruggerebbero anche i progetti meticolosamente pianificati. Probabilmente il miglior consiglio potrebbe essere invece quello di cominciare SENZA motivazione, darsi un tempo per sperimentare (seriamente)….darsi un tempo ragionevole (sulla base di ciò che si è deciso di provare), poi si valuterà, se si dovesse riuscire  (magari con piacere), si avrà un feedback positivo che rinforzerà l’azione (motivazione), se questo non dovesse accadere, si avranno a disposizione una maggior quantità di informazioni per effettuare un’altra scelta (più precisa questa volta poiché un’opzione è già stata esclusa).

Si può possedere la più ferrea forza di volontà ma se non produciamo piacere, la motivazione scema.

Perché le diete alimentari funzionano solo per un periodo limitato di tempo? Perché basandosi su una logica di controllo minano l’equilibrio che abbiamo con la nutrizione il quale si basa principalmente sull’emozione di piacere.

Non dimentichiamo che il cervello si attiva con il piacere, il piacere arriva da ciò che facciamo attivamente, dalle cose che proviamo e da ciò che possiamo conquistare con impegno e fatica perciò, il segreto è fare, provare, agire. Se per un certo periodo di tempo si ricevono feedback positivi, la ripetizione instaurerà un nuovo apprendimento, una nuova omeostasi che si sorreggerà (sulla base del piacere). Una persona che non ha mai corso aborrirebbe al pensiero di fare 40km a settimana, una abituata a correre, sta male se non corre almeno quella distanza in una settimana. Dove sta il segreto? E’ subentrato un meccanismo basato sul piacere che ha creato un equilibrio funzionale. In un contesto del genere, le componenti impegno e sacrificio, se pur presenti in grandi quantità, saranno molto meno pesanti. 

L’errore più grande che possiamo commettere è fidarci solo ed esclusivamente della forza di volontà, della spinta razionale. -“Non sono motivato perciò non inizio”, non c’è errore peggiore del rinunciare senza aver provato.

Di nuovo, il segreto è provare, agire. Aspettare la motivazione significa non iniziare mai.

Pianificare nuovi comportamenti e credere che saranno mantenuti solo sulla forza di volontà rischia di risultare illusorio.

La motivazione è ciò che ci spinge a ricercare il piacere e a sottrarci al dolore.

“il volersi cullare nella comodità è antagonista dell’inventarsi, che invece presuppone il più delle volte sudore, lacrime e sangue. Raramente si incontrano persone ‘inventatesi’ con successo che non abbiano dovuto superare fatiche erculee, sofferenze e frustrazioni”, bene, se all’interno si è attivata la componente piacere gli sforzi saranno meno pesanti e l’abitudine diventerà sforzo-ricompensa. 

Sono infatti le emozioni a fare da propulsore, senza le emozioni che creano passione e tormento, non esiste creatività. Ci consideriamo esseri perlopiù razionali ma come ci ricorda anche anche il premio nobel per l’economia Kahneman nel best seller “Pensieri lenti e pensieri veloci”, le decisioni che prendiamo sono maggiormente mediate dalla nostra parte emotiva piuttosto che da quella razionale (Kanheman, 2011).